Preghiera per i poveri. Meditazione del card. Matteo Zuppi sul Vangelo di Marco (Mc 6,17-29)
29 Августейший 2022 | продолжительность: 28:01
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Ci ritroviamo questa sera come sempre davanti al Signore, aiutati dalla sua parola, che come Giovanni Battista ci aiuta ad aprire gli occhi. Davvero Giovanni Battista continua a preparare una strada nel deserto di questo mondo, quando si scopre che senza avere una via si è perduti, quando si ha bisogno di una, via anche quando il deserto è la sua stessa prigione nella quale è rinchiuso. Giovanni non accetta compromessi con Erode, non si fa intimidire da lui e affronta le conseguenze delle sue scelte. Non condanna da lontano, parla, ma allo stesso tempo non si omologa ad Erode. Giovanni Battista è davvero l'uomo dell'attesa e pensa a tutto per il futuro, che vede e che aspetta. Quando si aspetta, quando si cerca il futuro, quando si inizia a vedere i segni del futuro nel presente, non si cede al mondo; davvero la sua forza è la speranza. E’ l'uomo dell’attesa che diventa anche una domanda lancinante, segnata dal dubbio, che chiede conferma allo stesso Gesù, che aveva indicato lui presente nel mondo. Erode vuole tacitare la voce scomoda per la sua tranquillità e lo mette in prigione. Accade in tanti modi anche oggi: con la violenza della repressione, con la violenza mediatica, distruttiva delle persone, spesso premessa e terreno di cultura dell'odio. Giovanni Battista resiste alla logica dei potenti e in lui vediamo i tanti testimoni, quei tanti che continuano a restare umani, anche quando il mondo intorno è pieno di minacce per loro, che non smettono di voler bene, quei tanti martiri per la cui testimonianza si deve trovare spazio nel nostro cuore.
0:00 Preghiera con la Comunità di Sant'Egidio
12:59 Lettura del Vangelo di Marco (Mc 6,17-29)
15:32 Commento sul Vangelo di Marco (Mc 6,17-29)
Dal Vangelo di Marco
(Mc 6,17-29)
Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l'aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: "Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello". Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell'esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: "Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò". E le giurò più volte: "Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno". Ella uscì e disse alla madre: "Che cosa devo chiedere?". Quella rispose: "La testa di Giovanni il Battista". E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: "Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista". Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.
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